Una "simbiosi architettonica" tra ambiente naturale e ambiente antropizzato permette di creare, in un solo piccolo quartiere, tutti i servizi per un villaggio rurale sito in Chad (Africa).

La globalità con cui viene affrontata la progettualità nella cooperazione internazionale in Paesi del Sud del mondo dà vita ad un progetto sistemico di riassetto territoriale.

La raccolta dell'acqua piovana, il suo impiego in base alla sua qualità e purezza, la sua centralità nella vita quotidiana del villaggio, pone la giusta attenzione sul problema dello sperpero d'acqua pura (da bere e per scopi strettamente igienici). La sua sottrazione alle falde acquifere, attraverso la creazione di pozzi, è infatti pericolosa perchè influisce negativamente sul bilancio tra riserva umida sotterranea e dose idrica stagionale.

 

Questo progetto propone un'idea vicina a diversi aspetti della cultura africana:

- tradizionale modalità di costruzione

- metodi locali per canalizzare l'acqua e parcellizzare le aree agricole

- rispetto e valorizzazione delle piante spontane diffuse sull'area

- modalità collettiva e conviviale di concepire gli spazi partecipati

- inclusione delle classi deboli nella vita lavorativa quotidiana